Un attore professionista per aiutarti a parlare in pubblico

Il termine è poco conosciuto, nonostante il significato sia noto a tutti: glossofobia.

I sintomi sono comuni: difficoltà di respirazione, sudore freddo, palpitazioni, voce strozzata. Ed è singolare il fatto che ci assalga nonostante non sia a rischio la nostra incolumità o siano presenti oggettive condizioni di pericolo. 

Ne soffrono in tantissimi, tanto che è classificata tra le prime dieci paure dell’uomo: è la paura di parlare in pubblico.

Secondo gli esperti, ciò che ci spaventa non è tanto il momento in sé, quanto il giudizio che gli altri si faranno di noi, la nostra reputazione a lungo termine. Siamo animali sociali e ciò che i nostri simili pensano di noi ha un’enorme importanza.

La buona notizia è che la competenza comunicativa può essere appresa con buoni maestri, allenamento e volontà.

Ettore Distasio è un attore di teatro, cinema e TV e sceneggiatore teatrale, che da anni si occupa di insegnare public speaking a imprenditori, manager, politici e professionisti. Lo abbiamo incontrato l’11 e 12 marzo ad una masterclass per C&D Formazione Manageriale.

«Ricordo l’esordio con il mio primo monologo, a teatro. Ero talmente in ansia che a metà ho dimenticato tutto. Non sapevo più cosa dire. Allora ho iniziato a rallentare, a ripetere sempre le stesse parole. È stato terribile! 

È passato tanto tempo ma ho fatto tesoro dell’esperienza. Per una buona performance, abbiamo tanti alleati a nostro favore: il corpo, lo spazio, la voce, gli occhi e il nostro sorriso.

Gassman diceva sempre di fare attenzione a dove mettere le mani e a come muoverle. Se il corpo va per i fatti suoi, dopo un po’ le persone iniziano a seguirlo e perdono attenzione sul contenuto. I movimenti devono essere limitati al massimo e comunque equilibrati e ben gestiti.

Il corpo è un mezzo comunicativo straordinario, arriva prima della voce. Bisogna fare grande attenzione a come lo si utilizza, alla postura. Una buona prestazione è l’effetto della giusta padronanza del corpo, della mente e della parola.

Nei miei corsi cerco di non fare troppo lavoro teorico, privilegiando la pratica. Ad esempio, faccio esercitare i partecipanti a come scaldare la voce o a come curare la respirazione. Se non gestiamo bene il nostro respiro e ci manca l’aria, entriamo in ansia. E da qui, parte l’escalation: la bocca si asciuga, le mani sudano, la voce inizia a tremare e partono le “sporcature” (ehmm…)

Sconsiglio i discorsi a memoria. Se si perde il filo o se si dimenticano dei passaggi, la frittata è fatta. Molto meglio fissarsi dei concetti o delle parole chiave.

E, infine, raccomando la cosa che ritengo più importante: l’autenticità. Un messaggio autentico arriva a qualsiasi platea. Non abbiate paura, ma il coraggio di osare.»